A causa dell’occupazione dello spazio territoriale del popolo Mapuche, iniziata a partire dall’anno 1861 da parte dello Stato cileno, si iniziò a generare un conflitto territoriale che comprende territori estesi dal fiume Biobío a sud e che, alla data di oggi, non si incontra risolto e sul quale nemmeno esiste una prospettiva di soluzione.
Lo spazio obiettivo di questo conflitto, tra il popolo Mapuche e lo Stato cileno, occupa milioni di ettari, ed ascende a 37.229 Km² se si aggiunge la Provincia di Arauco della Regione del Biobío e la Regione dell’Araucanía nella sua totalità se ci concentriamo sul conflitto più algido, vale a dire, più di due volte il volume attuale della Regione Metropolitana di Santiago. Uno spazio che, da solo, contiene tutti gli elementi culturali vigenti per essere riconosciuti ed inoltre, comprendeva un’unità economica focalizzata all’allevamento e l’agricoltura, che diede la fama al momento dell’occupazione-colonizzazione per essere denominato il Granaio del Cile.
Suddetta unità economica, focalizzata alla produzione agropecuaria, prima dell’anno 1861, era diretta politica ed economicamente in maniera decentrata, dai differenti lonco sparsi nel territorio nei denominati Lof; questi posti erano l’unità basilare del popolo Mapuche per l’amministrazione territoriale, vale a dire, dalla sua organizzazione sociale di base-consistente in un clan familiare-e che abbracciava dalla vita quotidiana, l’economia, la giustizia, fino all’amministrazione stessa della violenza, nel suo grado massimo: la preparazione e spiegamento per la guerra.
L’unione politica e coordinazione di questi differenti Lof, continuavano a generare spazi territoriali più ampi, come sono le reguas o rehues, che all’unirsi formavano gli aillarehue ed ugualmente, l’unione di questi constituva i butalmapu, essendo questi ultimi l’espressione maggiore di alleanza confederata del popolo Mapuche. Le unità di amministrazione territoriale del popolo Mapuche, si costruivano dalla decentralizzazione verso processi ampi di alleanze politiche, sociali, economiche e militari; che valse durante la guerra di Arauco, la versatilità per affrontare le sfide che l’invasore proponeva per la sua conquista, situazione che fino all’indipendenza del Cile non avvenne.
Al momento della conquista ed occupazione da parte dello Stato cileno, di questi territori, si invasero una quantità oggi non quantificabile di Lof, rehue ed aillarehue, che confederati, costituì l’invasione dei quattro butalmapu; il Lafkenmapu “territorio marino”, Lelfünmapu “territorio delle pianure” Inapiremapu “territorio vicino alla neve”, Piremapu o Pewenmapu “territorio della neve” o “terra delle araucarie” rispettivamente.
Conoscere l’evoluzione propria dello spazio nel tempo, per comprendere i conflitti territoriali, ci porta alla dimensione che espone Heidegger dove segnalava che “lo spazio contiene tempo compresso. Per quello è lo spazio”, la nostra storia ed i nostri conflitti si trovano lì contenuti. Oggi il conflitto territoriale del popolo Mapuche e lo Stato cileno, si trova rinchiuso in milioni di ettari di tempo.
La comprensione della configurazione spaziale del popolo Mapuche ci dà luci per possibili soluzioni, perché indipendente dell’invasione cilena, la struttura territoriale indicata precedentemente continua ad essere presente nello spazio. Oggi il conflitto territoriale si produce essenzialmente per la sovrapposizione di strutture organizzative da parte del popolo Mapuche e lo Stato cileno, essendo quest’ultimo quello che ordina in forma diametralmente inversa, vale a dire, dalla centralizzazione territoriale verso tutti i suoi poteri, l’amministrazione giuridica nel quadro dello stato di diritto e l’applicazione monopolica della violenza centralizzata.
In quest’ordine di idee, le attuali lotte sociali del popolo Mapuche, sebbene hanno un luogo comune nell’ordine discorsivo, non l’hanno dal punto di vista dello spazio. Vuol dire, solo per fare un esempio, che la domanda sociale dei Mapuche dell’attuale comune di Ercilla in materia di discorsi è abbastanza simile a quella dei Mapuche del comune di Cañete, tuttavia, gli spazi reclamati territorialmente e che probabilmente sono i loro antichi Lof, non sono gli stessi, essendo ogni caso specifico; poiché l’evoluzione ed amministrazione del territorio da parte dello Stato cileno ha avuto differenti forme; tali come l’installazione di tenute e titoli di grazia, riforma agraria, contro riforma agraria, concentrazione di terre e di capitale dei settori agricolo,forestale e zootecnico.
Per quanto esposto sopra, sarà un avanzamento nel riconoscimento del popolo Mapuche da parte dello Stato cileno, comprendere la configurazione spaziale di questi territori, dove sì sappiamo con certezza che si trova il conflitto, ma non sappiamo qual’è la storia di ognuno dei Lof presenti nello spazio, che oggi amministra lo Stato e che con la sua gestione di oltre 130 anni, ha impoverito l’immensa maggioranza del popolo Mapuche e generato il conflitto territoriale più importante della nostra storia recente. Essendo questa decodificazione dello spazio territoriale Mapuche la porta d’ingresso alla soluzione del conflitto, nel riconoscimento del popolo Mapuche ed un passo verso l’installazione del dialogo politico, tra le varie parti in causa, che riconosca due nazioni con uguali diritti, per la ricerca di una soluzione condivisa.
Fonte: Sebastián Llantén Rivas, mapuche, Geografo dell’Università del Cile
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