SOSTEGNO ALLO SCIOPERO DELLA FAME E ALLE RICHIESTE PER UN PROCESSO GIUSTO, BASTA RINVIARE L’INIZIO DEL GIUDIZIO!!
Esiste una gran preoccupazione per le diverse situazioni che hanno provocato che il giudizio per il caso Luchsinger Mackay si sia dilatato in maniera eccessiva e con un grave danno a molte famiglie che sono state coinvolte, dato che questa accusa si basa principalmente su una dichiarazione ottenuta tramite pressioni illegittime al comunero mapuche José Peralino Huinca che ha accusato agenti della PDI (Polizia D’Investigazione -ndt) come esecutori di queste violazioni.
La machi Francisca Linconao non si è completamente recuperata della sua salute, ed ogni volta si vede più depressa ed intrappolata da un sistema giuridico che sembra ubbidire ai capricci dei potenti, che l’hanno già vista entrare ed uscire dal carcere numerose volte e non contenti di questa umiliazione vogliono estendere oltremodo l’inizio del giudizio orale. La machi rimane nella sua casa con arresto domiciliare nelle ore notturne, non può riprendere a visitare malati poiché il suo stato di salute non lo consente. Crediamo che si rimetterà solo quando recuperi totalmente la sua libertà.
Il 24 maggio la famiglia Luchsinger Mackay ha presentato un’appello al Tribunale Costituzionale, che ha un mese di tempo per pronunciarsi rispetto all’ammissibilità della richiesta.
Sappiamo che il ricorrere al Tribunale Costituzionale è una misura sproporzionata e innecessaria da parte dei querelanti e all’essere accettata il giudizio potrebbe estendersi fino ad oltre un’anno. Un anno in più di carcere per i nostri fratelli ed un anno in più di arresto domiciliare per la machi, consideriamo sarebbe un’ assurdo abuso.
E’ lampante la vessazione contro gli imputati e le loro famiglie, com’è possibile che ad oltre un anno dall’inizio di questo processo non è ancora incominciato il giudizio.
Appoggiamo totalmente i fratelli mapuche che sono ancora in carcere e che lunedì 29 maggio hanno iniziato uno sciopero della fame, capiamo il terribile dolore delle loro famiglie e che questa loro misura cerca di accelerare il giudizio o aspettarne l’inizio in condizioni diverse, perseverando nella ricerca di giustizia.
Sosteniamo anche l’esigenza di ritirare la legge antiterrorista che tanto danno provoca al mapuche accusato con questa legge, perché immediatamente è trattato come un delinquente prima di un debito processo. Questa situazione viene segnalata non solo da chi come noi appartiene al Popolo Mapuche, ma anche da organismi del diritto internazionale.
Aderiamo alla petizione di libertà, poiché dall’inizio del processo sono state sollecitate modifiche di misura cautelare che in diverse occasioni i tribunali hanno accettato, pagando in alcuni casi cauzioni con importi enormi, che nemmeno chi ha commesso grandi violazioni dei diritti umani ha pagato tanto.
Quando la Presidentessa della Repubblica pochi giorni fa ha parlato di “riparazione” verso il popolo mapuche a cosa si riferiva?Perché non inizia rispondendo alla richiesta di giustizia che migliaia di persone hanno manifestato in strada in numerosi cortei?Perché non mette in pratica il suo discorso e procura che nel suo governo esista uguaglianza davanti alla legge per il popolo mapuche?
Per iniziare una riparazione potrebbe cominciare facendo giustizia durante il suo mandato, o le ingiustizie commesse nel suo periodo governativo deve ripararle un’altro governo futuro?
Viviamo momenti critici per la nazione mapuche, poiché per l’ennesima volta siamo protagonisti delle persecuzioni della polizia e dei ricchi di questo paese che non hanno smesso nel loro affanno di umiliare la nostra immagine davanti all’opinione pubblica, maltrattando autorità tradizionali di gran importanza per la nostra cultura come la machi Francisca Linconao.
Newentuleaimun pu lamuen in sciopero della fame!!
Peukayall kom pu che, chaltumay!!
TEMUCO 2 Giugno 2017
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