Gendarmeria Nazionale ha fatto irruzione in territorio mapuche di Neuquén insieme all’industria petrolifera YPF per avanzare con la discussa tecnica del fracking. Nonostante la legislazione favorisca le rivendicazioni indigene, decine di uniformati hanno militarizzato la strada per facilitare la realizzazione di nuovi pozzi nella zona di Loma Campana (Vaca Muerta). La Confederazione Mapuche di Neuquén ha denunciato la “militarizzazione” del luogo ed accusato la ministra della Sicurezza, Patricia Bullrich, di una “scalata repressiva”. Amnesty International ha emesso un comunicato d’urgenza sottolineando la sua “massima preoccupazione” per quanto successo a Vaca Muerta.
L’Argentina conta su una legislazione che protegge i diritti delle comunità originarie, (Accordo 169 dell’OIL, Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Popoli Indigeni, l’articolo 75 della Costituzione Nazionale, tra gli altri). Include il “diritto alla consultazione” (lo Stato deve garantire che le comunità dìano il loro consenso quando una attività possa colpire il territorio). Mai è avvenuta una consultazione ed il lof Campo Maripe ha bloccato l’installazione di nuovi pozzi di fracking (tecnica molto discussa per le sue conseguenze sull’ambiente e la salute). Da 15 mesi YPF-Chevron non può perforare in questo territorio mapuche.
A seguire, nota dalla Confederazione Mapuche di Neuquén.
Nella mattinata di oggi attorno alle 9 sono entrati oltre 80 gendarmi armati al territorio del Lof Campo Maripe. Senza consultazione, né autorizzazione, hanno bloccato gli ingressi e le strade interne. Queste azioni assolutamente eccessive, senza proferire parola, né esibire un’ordine giudiziale, hanno messo in allerta tutte le famiglie del lof.
All’avvicinarsi per chiedere spiegazioni sulla loro presenza alcuni membri hanno ricevuto solo minacce.Il consiglio la Zonal Xawvn Ko della Confederazione Mapuche di Neuquén è arrivato per sostenere questa comunità ottenendo l’informazione dal capo dell’operativo che aveva “un’ordine giudiziale di un giudice federale.”
I gendarmi hanno continuato a bloccare le strade, abilitando il passaggio ad automezzi dell’industria petrolifera per realizzare lavori minori all’interno del territorio, ma senza lasciare entrare né uscire nessun mapuche,tenendo in ostaggio membri del Lof Campo Maripe nel loro stesso territorio.
Questa situazione,già grave di per sé peggiora se teniamo in conto che benché le autorità Mapuche abbiano insistito il capo dell’operativo non ha mai mostato l’ordine di sgombero,né di irruzione .Successivamente ha rimarcato come le azioni fossero su “ordine del Ministero di Sicurezza della Nazione”, presieduto da Patricia Bullrich.
Consultati i giudici federali competenti nella zona, hanno smentito la Gendarmeria, affermando di non aver dato ordine di sgombero benché siano a conoscenza del conflitto generato da YPF ed il governo Provinciale.
Denunciamo le azioni illegali di Gendarmeria e YPF. Riaffermiamo che continueremo a difendere il nostro territorio dalle azioni illegali delle Industrie petrolifere. Segnaliamo il governo Provinciale e Nazionale come responsabili e promotori di questo conflitto.
Aggiornamento:
Giovedì 22 giugno alla mattina, le comunità mapuche hanno sfilato fino alla sede di Gendarmeria nel centro di Neuquén. Hanno ripudiato le azioni degli uniformati e le donne della comunità si sono incatenate al portone d’ingresso. Le autorità hanno dovuto riconoscere che non avevano un’ordine giudiziale.
“Oltre la violenza che scatenano sulle nostre vite da quando è arrivato il fracking e la morte al nostro territorio, annunciamo che se non v’è sicurezza sulle nostre terre ed applicazione del diritto alla consultazione non li lasceremo in pace”, ha commentato la Confederazione Mapuche.
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