Operacion Huracan e Operacion Paciencia. L’opzione cilena di terrorismo statale

1 Ottobre 2017, tratto da Radiokurruf

Il 23 settembre 2017 lo Stato cileno, attraverso il ministero dell’interno, la corte d’appello di Concepción, Valdivia e Temuco, insieme alla direzione d’intelligence di carabineros, hanno scatenato una battuta di caccia contro militanti del movimento mapuche del Ngulumapu denominata “Operación Huracán”. Nel miglior stile delle serie poliziesche di Hollywood, poliziotti in borghese, blindati, armi da guerra, abiti mimetici ed una buona dose di violenza sfrenata, sono state realizzate irruzioni in abitazioni, arresti per strada  e nuovamente la presenza di bambini mapuche non è stato motivo per ridurre la violenza né evitare l’utilizzo di gas lacrimogeni.

Il Contesto delle detenzioni:

Il giorno dei fermi, sabato 23 settembre i PPM (Prigionieri Politici Mapuche) del Caso Iglesias Alfredo Tralcal Coche, Benito Trangol Galindo, Ariel Trangol Galindo e Pablo Trangol Galindo compivano 109 giorni in sciopero della fame, eccetto Benito rimasto una settimana in sciopero della sete, le cui condizioni risultano le più critiche tra i quattro scioperanti. L’Operación Huracán e lo show mediatico ha voluto invisibilizzare quello che probabilmente é lo sciopero della fame mapuche più lungo della democrazia, il più oppresso, perseguito e calpestato dallo Stato cileno, per mano in quest’occasione del secondo governo socialista di Michelle Bachelet.

In mezzo a questo scontro politico-carcerario tra governo e scioperanti mapuche, in mezzo ad una lotta titanica per rendere visibile lo sciopero occultato dai mass media ufficiali, una lotta contro il tempo e con un’aumento costante ed accelerato del deterioramento di salute dei quattro peñi imputati avviene la denominata  “Operación Huracán”.

Perché in questo momento? Quest’azione repressiva vuole colpire il movimento mapuche che comincia a scuotere differenti territori e città in solidarietà con gli scioperanti del Caso Iglesias: occupazione alla sede della CONADI (Corporazione Nazionale di Sviluppo Indigeno) a Santiago, occupazione della cattedrale di Concepción, occupazione della cattedrale di Cañete, incatenamento nella cattedrale di Temuco, barricate quotidiane in vari luoghi del Wallmapu, e visite da ogni dove all’accampamento montato dal movimento di studenti medi mapuche fuori dal carcere di Temuco, luogo trasformatosi in un centro d’organizzazione e comunicazione per i parenti, dove si accumulava il newen (forza) ed il sostegno costante agli scioperanti, sede di un gran trawün (incontro) il 20 settembre a 106 giorni di sciopero della fame, sgomberato all’alba del 23 di settembre, cominciando così la repressione dallo stato allo sciopero. Nonostante ciò il movimento e la solidarietà non sono arretrate, concentrandosi nel sostegno agli scioperanti, sommandosi allo sciopero della fame i detenuti dell’Operación Huracán , tre dei detenuti del caso Luchsinger Mackay ed i prigionieri del carcere di Lebu, mostrando in questa forma che le azioni di polizia repressive e le dichiarazioni del governo non fanno altro che spegnere il fuoco con benzina ed accrescere la rabbia organizzata contro queste manovre contro insurgenti.

L’operación huracán dall’interno:  

Il 25 settembre, due giorni dopo l’esecuzione dell’operativo il canale statale TVN diffonde un reportage chiamato “L’operación huracán dall’interno” , avvalendosi di registrazioni della polizia di ognuna delle detenzioni realizzate tanto a Concepción, Temuco e Los Ángeles, facendo conoscere a tutta l’opinione pubblica il successo di mesi di indagini e perizie su conversazioni di Whatsapp e Telegram, intendendo questa azione come l’arduo ed effettivo lavoro della direzione d’intelligence di carabineros e la limpida esecuzione delle detenzioni. Carabineros compiendo con una delle smanie più grandi dei padroni di trasporti e la Multigremial dell’Araucanía. Il messaggio dal governo è chiaro: sono state disarticolate le cupole della CAM (Coordinadora Arauco Malleco) e Weichan Auka Mapu. Un’operazione diretta dall’ANI (Agenzia Nazionale d’Intelligenza) nel quadro della ley de inteligencia che autorizza i giudici nel consegnare ordini diretti di detenzione a carabineros.

 Sono state arrestate otto persone, in maggioranza, distaccati militanti della causa mapuche vincolati al recupero di cultura e territorio, persone politicizzate e preparate con una forte convinzione rispetto alle rivendicazioni sollevate dal popolo mapuche dalla fine della dittatura. Sono stati fermati dopo un’indagine di sei mesi dove la prova principale sono conversazioni via whatsapp, formalizzati per associazione illecita e delitti di carattere terroristico (Legge Antiterrorista 18.314). L’obiettivo è fermare gli attacchi incendiari a macchinari forestali e camion nel Biobío, l’Araucanía e la regione di Los Ríos  come hanno segnalato le autorità. In questo contesto la direzione d’intelligenza di Carabineros conforme alla legge di intelligenza ed agli ordini dell’ANI ha effettuato l’operativo il 23 settembre.

Questa è la seconda volta che il governo cileno dichiara pubblicamente l’esecuzione e paternità di un’operazione d’intelligence contro persone legate al movimento mapuche. La prima di queste manovre è conosciuta come “Operación Paciencia” eseguita tra il 2002 e 2004 dal governo di Ricardo Lagos, entrambe le operazioni dichiarate in maniera pubblica alla società civile, con ampia mobilitazione della polizia ed una forte copertura  mediatica intorno ad un discorso antiterrorista.

 La Operación Paciencia significò una gran iniezione di denaro in materia repressiva per carabineros e l’apparato giudiziale della zona dove sono riemerse le rivendicazioni territoriali, essendo allora capo dell’intelligenza il generale Bruno Villalobos, oggi attuale direttore nazionale di detta istituzione. Arrivando con un’inusitata quantità di progetti sociali incanalati attraverso MIDEPLAN (Ministero della Pianificazione) e la CONADI (Corporazione Nazionale di Sviluppo Indigeno), in collaborazione con gruppi mapuche filo governativi e comunità tra le più impoverite che erano aiutate con diversi programmi di assistenza inglobati nel  “Programma Origenes”, destinato a modificare la completa situazione di povertà nella quale si trovava ed ancora si trova la gente dei popoli nativi del paese, dove i mapuche sono la percentuale più elevata raggiungendo un 87%, secondo il censimento 2002.

Coincidendo Programma Origenes ed Operación Paciencia dall’anno 2002 al 2004, implementando programmi sociali in comunità pro governo ed applicando irruzioni, processi e legge antiterrorista nelle comunità in resistenza ed alle recuperazioni territoriali autonome, in larga misura opposte a proprietari terrierii ed alle imprese forestali presenti nella zona. Si possono intravedere gli interessi politici ed economici colonizzatori da parte dello stato cileno, questione rimasta aperta e che oggi,con la Operación Huracán, vediamo ancor più lontano dal risolversi.

All’inizio della seconda amministrazione Bachelet la CIDH diede a conoscere la sentenza di condanna contro il Cile per la violazione ai diritti umani nei casi di detenzione ed applicazione della legge antiterrorista dell’Operación Paciencia. “La totalità degli accusati erano importanti attori politici del movimento mapuche,in particolare membri della Coordinadora Arauco-Malleco (CAM). Nel caso di Aniceto Norin, Pascual Pichun e Juan Ciriaco Millacheo, i tre erano Longko delle loro rispettive comunità, ovvero, autorità tradizionali che secondo la dichiarazione dei diritti dei popoli dell’ONU, hanno una considerazione particolare in quanto rappresentanti di una nazione originaria. Nel caso di Víctor Ancalaf e José Huenchunao, erano portavoce della CAM e delle loro comunità. La criminalizzazione della protesta mapuche è, dalla prospettiva del CIDH (Commissione Interamericana dei Diritti umani), un’aperta persecuzione politica ai membri del movimento mapuche.”

Tuttavia un’enorme costo e costante dolore prodotto della militarizzazione dei territori mapuche é la morte per mano di carabineros di troppi giovani, Alex Lemún nel 2002 e Matías Catrileo nel 2008, nei governi Lagos e Bachelet rispettivamente. Conseguenza dell’aumento di fondi in materia repressiva, militarizzazione del territorio mapuche ed irruzioni nelle rivendicazioni territoriali hanno dato come risultato la morte di Jaime Mendoza Collío nel 2009, Rodrigo Melinao Licán nel 2013, José Quintriqueo nel 2014, e Luis Marileo e Patrizio González nel 2017. La violenza statale é installata in territorio mapuche.

Oggi siamo testimoni nuovamente di come siano perseguiti ed imprigionati importanti membri del movimento mapuche,evidenziando la stessa logica dell’ Operación Paciencia, non conoscendo però la portata di questa offensiva ed il finanziamento col quale conterà, e le facoltà che riuscirà ad ottenere carabineros nell’ottenere impunità via legislativa.

Gli effetti di questo attacco repressivo dovranno ancora essere valutati , mentre possiamo notare che,secondo i dati di una relazione richiesta dal senatore Alejandro Navarro, dalla promulgazione della Legge di Intelligenza, la creazione dell’ANI e l’Operación Paciencia sono stati 65 i PPM (Prigionieri Politici Mapuche) processati e sequestrati preventivamente in base alla legge antiterrorista che sono stati completamente assolti nei processi dilatati. Si evidenzia il “caso lonkos”; Víctor Ancalaf, José Huenchunao, Jaime Marileo, Patrizio Marileo, Ciriaco Millacheo, Aniceto Norín, Pascual Pichún e Patricia Troncoso condannati con la legge antiterrorista e poi assolti  dopo che la Corte Interamericana di Diritti umani annullò le condanne per violazione ai diritti umani da parte dello Stato cileno.

L’esordio dell’Operación Paciencia significò l’intervento di intercettazioni telefoniche, l’utilizzo di testimoni senza volto e l’attivazione di informatori ed infiltrati, L’accanimento ed attacco a mezzi di comunicazione indipendenti, la persecuzione alle reti d’appoggio ed il perfezionamento degli equipaggiamenti delle forze speciali militarizzate che si dislocarono nei terreni delle forestali e nelle strade verso le comunità, posti di blocco di carabineros in settori rurali, l’installazione di accampamenti di polizia e perfino basi all’avanguardia come l’ex centro scolastico di Pailahueque.

L’Operación Huracán é stata realizzata con la stessa logica di persecuzione ai mapuche che hanno fatto del recupero di terra e cultura una lotta politica organizzata, con una forza e disubbidienza mai compresa dallo stato cileno. Oggi imprigionano 8 persone in un tentativo giudiziale e mediatico per offuscare lo sciopero della fame del Lonko Alfredo Tralcal, Pablo, Ariel e Benito Trangol del Caso Iglesias, dove il governo ha annunciato la modificazione della legge antiterrorista conforme ai parametri della legislazione internazionale e nel rispetto dei diritti umani, ha ritirato la sua partecipazione come querelante in questo caso ed i PPM Alfredo Tralcal, Pablo e Benito Trangol hanno deposto lo sciopero al 116° giorno, continuando in sciopero della fame Ariel Trangol in quanto diffida delle parole dell’esecutivo. In attesa della ratifica nel cambiamento delle misure cautelari al tribunale di garanzia di Temuco in udienza preparatoria il prossimo 10 ottobre.

Le domande che ci poniamo sono: in che modo verrà riformulata la legge antiterrorista nel codice penale attuale? Saranno le stesse disposizioni della legge antiterrorista con un’altro nome che le smarchino dalla loro origine pinochetista? Quale sarà la strategia dello Stato?

Possiamo solo concludere che tanto con l’Operación Paciencia come ora con l’Operación Huracán  il Cileno ha optato per il terrorismo di stato.

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