I DUBBI CHE APRE LO STORICO OPERATIVO DEGLI ALTI MANDI DELLA POLIZIA CHE HA REPRESSO LE COMUNITÀ’ MAPUCHE IN ARAUCANÍA

Questo giovedì una pesante violenza statale di è abbattuta contro le popolazioni mapuche dell’Araucanìa, lo stesso giorno in cui si leggeva il verdetto dei carabineros coinvolti nell’omicidio di Camilo Catrillanca.

800 effettivi con equipaggiamento tattico – con 25.000 colpi letali, secondo le parole del direttore della PDI- circa 60 carri della polizia dispiegati nella zona di Ercilla e Malleco, che sotto la scusa di detenzione di droga hanno proceduto con l’irruzione e l’incursione nelle comunità mapuche.

Secondo il governo Piñera, si tratta di una indagine poliziesca che dura da 8 mesi, che ha “coinciso” con lo stesso giorno che si dava lettura del verdetto del tribunale di Angol nel caso del giovane comunero mapuche Camilo Catrillanca, assassinato per mano dei carabineros lo scorso 14 novembre 2018.

Senza dubbio, l’operazione di polizia ha solo generato maggiore senso di provocazione alle comunità mapuche, impedendo che la famiglia di Camilo Catrillanca fosse presente al verdetto nel tribunale di Angol, con la brutale repressione verso la madre e la vedova di Camilo a Ercilla, e la detenzione illegale della figlia di Camilo di solo 7 anni.

Inoltre la presenza della polizia “ha coinciso “nella zona delle comunità mapuche che simpatizzano con la richiesta per il diritto alla riconsegna delle terre ancestrali e il diritto all’autodeterminazione nazionale, includendo la comunità autonoma Temucuicui, luogo originario di Camilo Catrillanca.

Il sottosegretario agli Interni, Juan Francisco Galli, ha riconosciuto l’’operativo inedito’ coordinato dalla Procura, Con la PDI (polizia di Indagine) e al collaborazione dei Carabineros, mentre ne suo discorso criminalizzava le comunità mapuche che hanno resistito alla repressione storica.

Il risultato dell’operazione sarebbe di 1277 piante di marijuana sequestrate, 40 chili di marijuana per la vendita, 12.320.640 pesos in contanti ,sette armi da fuoco e 148muniioni di diverso calibro. Ma di tutto questo si crede poco o niente sotto il clima storie di montaggi della polizia contro i popolo mapuche, a cominciare dalla stesso caso di Camilo Catrillanca dove i carabineros hanno manipolato l’informazione dei registri che evidenziavano l’omicidio del giovane mapuche.

Rimangono ancora alcune cose irrisolte: la polizia entra n 5 domicili di 12 indirizzi per fare irruzione nelle comunità e non arresta nessuna delle 7 persone “indagate”,secondo il CNN circa 20 persone sono risultate ferite, 11 in detenzione preventiva e un funzionario di polizia che è morto durante l’operazione, un risultato che lascia dei dubbi davanti alla grande forza di polizia a militarizzare la zona.

Smilitarizzazione dell’Araucanìa subito!

E’ urgente circondare con ampia solidarietà il popolo mapuche che è stato represso in modo violentissimo nella giornata di ieri. Per questo venerdì (8 gennaio) sono convocate manifestazioni a Plaza Dignidad e diversi altri luoghi del paese. Le grandi organizzazioni sindacali e studentesche-attraverso le loro direzioni- e che stanno portando le loro candidature alla Convenzione Costituzionale- devono convocare una grande mobilitazione in solidarietà e per la smilitarizzazione immediata dell’Araucanìa e per la libertà dei prigionieri politici mapuche e della rivolta. Peri il processo e castigo ai responsabili politici e materiali davanti al verdetto per l’omicidio di Camilo Catrillanca, dove ancora continua impune l’ex ministro degli interni, Andrès Chadwick (UDI) e lo stesso presidente del 6%, Sebastiàn Piñera. ‘Abbiamo bisogno di una forza organizzata per continuare con le giuste richieste del popolo nazione mapuche.

Fonte: Las dudas que abre el histórico operativo de la elite policial que reprimió a comunidades mapuche en La Araucanía (laizquierdadiario.cl)

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