LEGGE ANTITERRORISTA, STRUMENTO REPRESSIVO

Lo strumento utilizzato dallo stato cileno contro le comunità in resistenza e le organizzazioni mapuche è la repressione militare combinata con l’applicazione della Legge Antiterrorista. Cerchiamo dunque di comprendere questa nefasta legge.

Nel 1983 si scatenarono una serie di proteste guidate dalla Confederazione dei Lavoratori del Rame (CTC), che portarono diverse organizzazioni sociali e di lavoratori a manifestarsi contro il regime in tutto il paese. La situazione fu critica. Perciò, i militari proibirono ai mezzi di comunicazione di informare sull’insurrezione ed in parallelo, il dittatore ordinò la detenzione dal rappresentante dei lavoratori del rame, Rodolfo Seguel.

E’ questo il contesto in cui il 16 maggio 1984,viene promulgata la legge 18.314 ,conosciuta come Ley Antiterrorista

“Gli atti che possono considerarsi come terroristi sono quelli che hanno come proposito quello di creare paura nella popolazione o in una sua parte.”

In questo senso, la legislazione condanna sequestri, sottrazione di minori, invio di lettere o pacchi esplosivi, incendi, infrazioni contro la salute pubblica, appropriazione di mezzi di trasporto come imbarcazioni, ferrovie ed autobus, e la detonazione di bombe con potenziale distruttivo, tra gli altri.

Il quadro legale permette che il Pubblico Ministero faccia uso di “testimoni senza volto”, la restrizione all’accesso alle misure cautelari e l’estensione dei periodi di prigione preventiva. Inoltre la normativa permette di mantenere private di libertà le persone in maniera eccezionale se non si ha l’unanimità dei voti nella Corte.

“La Legge Antiterrorista fu inapplicabile fino al 2006 quando la Bachelet, nella sua prima amministrazione, l’invoca rispetto ad alcuni conflitti nell’Araucanía e dall’ora in poi ha avuto applicazione nel Wallmapu e nella Regione Metropolitana con il Caso Bombas ed in nessuno di essi sono stati condannati individui per delitti terroristici. L’unica condanna per delitto terrorista avvenuta negli ultimi anni è quella di Raúl Castro Antipán,un’infiltrato della polizia che confessò d’aver partecipato in diversi illeciti nel Wallmapu”, ha commentato l’avvocato Rodrigo Román dell’Ong Defensoria Popular.

L’INDH (Istituto Nazionale di Diritti Umani) segnala che la Legge Antiterrorista vulnera i Diritti umani in quanto i sospettati si espongono a processi estenuanti; nella pratica, benché le persone siano assolte nella maggioranza dei casi, la Legge Antiterrorista garantisce una prigione preventiva abbastanza lunga e non permette alla difesa d’accedere alle informazioni, tra le altre violazioni.

Chi beneficia dell’esistenza della Legge Antiterrorista, considerando che in ognuno dei casi dove é stata invocata non ci sono state condanne?

Secondo Román “l’ordinamento giuridico si mantiene perché oggi esiste una falsa democrazia”; “La Legge Antiterrorista si applica perché è convenienza dei potenti,perché è la forma che hanno di combattere la dissidenza, ma in verità è illegittima e così l’hanno dichiarata diversi tribunali”.

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