Il 1 agosto 2017 nel Pu lof en resistencia a Cushamen, comunità mapuche in Argentina, durante una manifestazione organizzata per chiedere la scarcerazione di Facundo Huala, prigioniero politico Mapuche, c’è stata una violenta irruzione senza mandato di oltre cento gendarmi, che sono entrati sparando pallottole di gomma e piombo nella comunità, ed hanno sequestrato un solidale, Santiago Maldonado. Da quella data, di Santiago non si sa nulla, dopo 78 giorni di sparizione forzata e gigantesche mobilitazioni, non solo in argentina ma in tutto il mondo, si riesce ad ottenere un mandato di perquisizione all’interno della proprietà di Benetton (Il territorio nel quale Santiago è scomparso, per lo stato argentino è di proprietà del gruppo Benetton), Il 17 ottobre viene rinvenuto un corpo nella comunità Pu Lof di Cushamen, nel fiume, in una zona già setacciata per tre volte dalle autorità. Il 20 ottobre Sergio Maldonado, riconosce in Santiago il corpo ritrovato tre giorni prima nel fiume.
La Rete Internazionale Per La Difesa Del Popolo Mapuche invita le individualità, gruppi, spazi e collettivi alla mobilitazione dal giorno 17 al 20 ottobre 2018 nei vostri territori, secondo le forme e modalità che voi sceglierete, organizzando, in uno di questi giorni, presidi e azioni di protesta davanti ai punti vendita e uffici del gruppo Benetton.
Chiediamo cortesemente che nelle attività non vi siano bandiere di partito.
Sono tante del resto le domande che al momento rimangono inevase. Come è possibile che Santiago sia potuto affogare in un fiume, che nei giorni della protesta aveva pochissima acqua? Come è possibile che il corpo sia stato ritrovato a 300 metri più a nord e controcorrente rispetto al punto dove lo avevano visto i suoi amici e soprattutto in un fiume che era stato già ispezionato con300 uomini per ben due volte? Come può un corpo rimanere immerso nell’acqua per 78 giorni rimanendo integro senza disfarsi? Chi avrebbe risposto al telefono di Santiago il 2 di agosto, quando già familiari ed amici non lo trovavano? Perché il Governo ha cercato sempre di sminuire l’accaduto, e non ha mai iniziato un’indagine nonostante alcuni testimoni dicessero che Santiago era stato messo a forza, su una camionetta della Gendarmeria?
RISULTA CHIARO COME LE ISTITUZIONI ABBIANO TENTATO DI ACCUSARE LE VITTIME, MENTENDO E COPRENDO IL CRIMINE. NOI SAPPIAMO CHI E’ STATO. NON DIMENTICHIAMO E NON PERDONIAMO!
L’obbiettivo di questo presidio è di denunciare la violenza capitalista perpetrata dal gruppo italiano BENETTON in complicità con i poteri dallo stato argentino e cileno, contro le comunità Mapuche, perciò facciamo un appello solidale per sostenere la lotta anticapitalista del popolo Mapuche e per rivendicare che la Resistenza non è terrorismo!
La solidarietà ci rende invincibili e ci fa vivere per sempre negli occhi, nei cuori, nelle voci, nelle pratiche, di chi lotta per il bene comune, per la libertà collettiva e l’uguaglianza e l’autodeterminazione dei popoli
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